Secondo quanto emerso da un’indagine UNICEF in relazione all’anno 2017 al mondo ci sono ben 38,3 milioni di bambini sotto i 5 anni in sovrappeso, ovvero 8 milioni in più rispetto al 2000. Ciò significa che nel 2017 il 5,6% della popolazione infantile mondiale era in sovrappeso.
In Europa le stime sono ancora più allarmanti, addirittura un bambino su 3 sarebbe in sovrappeso.
Anche in Italia i numeri relativi all’obesità infantile sono in netto peggioramento rispetto al passato: il numero di bambini e adolescenti obesi è quasi triplicato tra il 1975 e il 2016.
Secondo i dati emersi dal rapporto della Childhood Obesity Surveillance initiative (2015-17) forniti dall'OMS nel nostro Paese il 42% dei bambini è in eccesso ponderale; di questa percentuale il 21% sono obesi e il 38% delle bambine è in eccesso ponderale (e il 14% di questa percentuale è in stato di obesità).
Da tali ricerche emerge come sia di fondamentale importanza che i bambini adottino buone abitudini alimentari fin da subito, così da poter crescere in modo corretto, senza privazioni e con gusto ma soprattutto senza il rischio di avere problemi di peso o persino di sfociare nell’obesità infantile.
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L'obesità infantile viene frequentemente associata a problematiche come:
È bene sottolineare il fatto che un bambino può ingrassare anche assumendo quantità di cibo che i genitori possono ritenere normali o moderate. Questo perché – oltre al 2 o 3 % di casi dovuti a problematiche di natura genetica, farmacologica od ormonale – l'obesità infantile può essere connessa a scelte errate nella dieta, come eccesso di grassi e proteine di origine animale, poca frutta e verdura, sedentarietà e irregolarità nella distribuzione dei pasti.
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